Rivista di informazione del Dipartimento di Ingegneria Industriale

Università di Trento

Innovare con creatività 

In molti settori, l’innovazione dipende da una continua ricerca di novità. Ciò richiede sforzi congiunti tra persone e l’interazione tra la creatività individuale e quella collettiva. In tal senso, l’innovazione rappresenta “un’attività organizzata e organizzativa” che implica forme collettive e collaborative.

“È proprio nel contesto dell’innovazione che vengono enfatizzati i paradossi principali che coinvolgono la creatività – sottolinea il prof. Stefano Cirella –. Secondo uno di questi paradossi, per esempio, la creazione di qualcosa di nuovo in modo continuo richiede equilibrio, nonché la combinazione della libertà dei ‘creativi’ con la stabilità e la struttura nel processo. La rigidità può inibire la creatività, ma anche una libertà illimitata può essere controproducente. Inoltre, i ‘creativi’ a volte potrebbero trovare difficile impegnarsi in modo naturale nelle interazioni creative con gli altri, come trattare punti di vista diversi o veder criticate le proprie idee”.

 

Cosa significa favorire la creatività

Sostenere la creatività, specialmente nelle industrie creative, implica fornire libertà a gruppi di creativi, ma anche progettare intenzionalmente strutture e routine a livello collettivo. In effetti, la maggior parte delle idee creative sono il risultato di scambi in spazi collettivi in cui le interazioni, attraverso il dialogo e il dibattito, innescano idee. 

Catmull osserva che “nel cinema e in molti altri tipi di sviluppo di prodotti complessi, la creatività coinvolge un gran numero di persone di diverse discipline che lavorano insieme efficacemente per risolvere moltissimi problemi”. Il modo in cui tali gruppi sono assemblati, ad esempio per quanto riguarda la composizione e la diversità del team, differisce ampiamente e ha vari impatti sulla creatività collettiva.

Molti aspetti della creatività collettiva sono discussi in letteratura, per esempio in relazione ai suoi risultati e ai processi di creazione di senso. Tuttavia, una prospettiva gestionale o manageriale rimane sfuggente ed è in gran parte assente dalla ricerca sulle pratiche per sviluppare la creatività collettiva.

“Una serie di studi qualitativi e quantitativi si è focalizzata sull’identificare le variabili organizzative che supportano e facilitano i processi creativi collettivi che hanno luogo all’interno di gruppi e fra team – prosegue il docente –. Queste variabili si concentrano nel prevedere una stabilità, una struttura equilibrata nel processo creativo. Pertanto, il termine ‘variabili organizzative’ (o più genericamente ‘variabili’) si riferisce specificamente al design organizzativo/manageriale”.

 

Le variabili organizzative

In termini di risultati, sono cinque le variabili proposte per supportare la creatività collettiva: 

  • un processo strutturato;
  • la diversità del team legata alla natura del lavoro;
  • l’apertura del team verso l’esterno;
  • risorse adeguate;
  • il supporto di un’adeguata tecnologia. 

“Queste variabili contribuiscono alla comprensione di come la creatività collettiva possa essere sviluppata in modo manageriale in contesti di innovazione, dove le tensioni tra l’etica creativa e il bisogno di stabilità sono particolarmente forti – conclude Cirella –. È interessante notare come queste variabili, nel loro mix di aspetti tecnici (risorse, tecnologie) e di team (diversità, apertura del team), insieme alla variabile legata alla strutturazione del processo (comprendente la definizione di ruoli, fasi e obiettivi), rappresentino nel loro insieme una visione socio-tecnica dei processi creativi. Perciò, anche rispetto alla creatività, intesa come creatività collettiva, una progettazione organizzativa che tenga conto congiuntamente di aspetti sociali e tecnici rimane fondamentale”.

Ricerca di:

Stefano Cirella
DII, Area di ricerca: Ingegneria Industriale e dell’Informazione
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