Rivista di informazione del Dipartimento di Ingegneria Industriale

Università di Trento

Un viaggio inaspettato: dentro il Futuro con Riccardo Donà

Un’avventura iniziata quasi per caso e trasformata in una carriera che oggi contribuisce a definire il futuro della mobilità. Questa è la storia di Riccardo, laureato in Ingegneria Meccatronica al DII, un esperto che ricopre il ruolo di Project Officer al Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea, dove si occupa di scrivere regolamenti per i veicoli a guida autonoma. Un viaggio professionale che unisce ambizione, scoperta e un pizzico di ironia.

Quando ha iniziato l’università, mai avrebbe immaginato di lavorare nel settore della mobilità autonoma, e ancor meno di trovarsi in una posizione governativa. “Devo senz’altro ammettere che la posizione che ricopro non era nei miei piani quando ho iniziato l’università e non immaginavo minimamente che sarei finito a lavorare in questo settore,” racconta. La sua storia dimostra come il destino possa sorprendere, guidandoci verso orizzonti inesplorati. Fino a pochi mesi prima di iniziare al JRC, ne ignorava persino l’esistenza.

Durante il dottorato, ha avuto l’opportunità di lavorare al progetto Dreams4Cars, dove ha progettato e testato sistemi di automazione della guida. “Ironia della sorte, adesso mi trovo dall’altro lato dello sviluppo, ovvero dal lato dell’autorità che si occupa di valutare questi sistemi e di definire le specifiche di performance per l’introduzione sul mercato.” Questa esperienza ha segnato un passaggio fondamentale: dalla teoria accademica all’applicazione pratica, dandogli una visione diretta delle sfide tecnologiche e normative del settore.

Il cambio di prospettiva, però, non è stato semplice. “Essendo una realtà completamente nuova per me, ho dovuto imparare a interagire con colleghi con una formazione diversa dalla mia.” La necessità di trovare una lingua comune per tradurre le competenze tecniche in norme chiare e applicabili rappresenta una delle sfide più grandi del suo lavoro, ma anche una delle più stimolanti.

Oggi, il suo compito principale è combinare ricerca sperimentale e modellistica con l’esigenza di creare regolamenti tecnici per l’omologazione dei veicoli autonomi. “Essere stato partecipe della prima regolamentazione per i veicoli totalmente driverless a livello europeo è senz’altro un traguardo che mi dà soddisfazione.”

Partecipare a questa rivoluzione tecnologica significa contribuire al passaggio dall’idea alla realtà per una tecnologia che può migliorare la sicurezza stradale e trasformare la mobilità. “Certo”, ammette, “magari il prodotto ‘vero’ non è esaltante come il prodotto ‘immaginato’ (non lo è quasi mai…), ma è importante che la tecnologia proceda.”

Il contesto normativo in cui opera non è privo di difficoltà. “È facile subire tentativi di influenza da parte di realtà che hanno interessi economici in merito,” spiega. Mantenere l’indipendenza e basarsi su un metodo scientifico rigoroso sono elementi fondamentali per superare queste pressioni. Inoltre, è essenziale prevedere le implicazioni a lungo termine dei regolamenti, mostrando lungimiranza per anticipare possibili rischi futuri.

Uno sguardo al futuro

Il settore della guida autonoma si evolve rapidamente. “Nell’immediato futuro, il settore sta evolvendo attorno a due modelli di business complementari: veicoli privati dotati di funzionalità di guida autonoma autostradali, dove il pilota umano rimane di backup, e veicoli driverless per la mobilità condivisa, come shuttle e robotaxi.” Contribuire a questa transizione dalla prototipazione al mercato di massa è una delle sfide più emozionanti del suo lavoro.

Ciò che lo motiva ogni giorno è sapere che sta lavorando in un settore con un grande potenziale di incrementare il benessere collettivo. “Trovo sempre grande motivazione nel lavorare in un settore che ha una notevole potenzialità di utilità sociale ma che al contempo conta su un grande contenuto di sviluppo ingegneristico.”

Consigli e speranze

A chi sogna una carriera simile, consiglia un percorso in ingegneria industriale. “Magari non sembrerà scontato, ma anche la figura dell’ingegnere può essere versatile,” sottolinea. Quanto al futuro, spera di continuare a lavorare nel settore per molti anni, ma è convinto che le competenze maturate nello sviluppo tecnico e normativo della guida autonoma potrebbero essere applicate con successo anche ad altri settori.

Con passione, lungimiranza e una visione orientata al progresso, questa è la storia di un professionista che contribuisce ogni giorno a plasmare il futuro della mobilità, dimostrando che l’innovazione non è solo tecnologia, ma anche un impegno costante verso un mondo migliore.

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Riccardo Donà
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