Rivista di informazione del Dipartimento di Ingegneria Industriale

Università di Trento

Dal DII ad Aquafil: un percorso costruito tra passione, rappresentanza e materiali innovativi

Quando ripensa al suo percorso universitario, il primo pensiero di Nicole Soligo va all’esperienza come rappresentante di dipartimento. «I ricordi più significativi sono legati al mio periodo da rappresentante di dipartimento, durato per i miei primi 4 anni presso il DII», racconta. È lì che ha capito l’importanza dell’ambiente umano del dipartimento, che «mi ha da subito convinto di aver fatto la scelta giusta». Una componente umana che l’ha da subito convinta di aver fatto la scelta giusta e l’ha spinta a scegliere di lavorare in un’azienda che sposa la stessa filosofia.

Tra le figure che hanno lasciato un’impronta profonda, cita con convinzione il professor Alberto Molinari con il suo corso di metallurgia: «La sua passione e la capacità di trasferire il know-how scientifico e didattico all’interno di esempi pratici e industriali hanno reso il corso di più facile comprensione e di facile innamoramento.». E aggiunge un secondo riferimento fondamentale: «Il professor Andrea Dorigato. Con lui condivido la passione per i polimeri ed ho tuttora la possibilità di collaborare tramite l’azienda».

All’ingresso in università non aveva un progetto chiaro: «Credevo di potermi specializzare in alcune discipline scientifiche ed ingegneria mi sembrava l’indirizzo più vasto e su cui poi avrei potuto trovare la mia nicchia. Non avrei mai creduto di poter raggiungere in così poco tempo una posizione di product manager all’interno di una multinazionale che mi permette di mettermi in gioco, sfidarmi e trovare soluzioni a problemi industriali, pratici e concreti. Sicuramente l’aver intrapreso un percorso di studi sfidante come Ingegneria Industriale prima e Ingegneria dei Materiali poi, mi ha fatto accrescere la consapevolezza di poter riuscire in quello che desidero fare nella mia vita lavorativa e non.».

La tesi: tre enti, un materiale circolare e sei mesi in azienda

La tesi di laurea rappresenta il punto di incontro tra università, ricerca internazionale e industria. «La mia tesi di laurea è stata fatta in collaborazione con Aquafil, DII e l’INP di Grenoble, durante la doppia laurea EIT Raw Materials». Il progetto: sviluppare un filamento per stampa 3D basato su ECONYL®, il polimero rigenerato firmato Aquafil.

Un’esperienza intensa, che le ha permesso di orientarsi tra due mondi: «È stato per me fondamentale, perché mi ha permesso di capire se avrei voluto proseguire la carriera con un dottorato o se invece sarebbe stato più per me un percorso in azienda». E aggiunge un consiglio per gli attuali studenti: «Il mio messaggio agli studenti/esse è di allungare le carriere universitarie, l’importante è sapere cosa voler fare una volta laureati».

Il passaggio dalla teoria alla pratica, grazie ai sei mesi trascorsi in azienda, è stato più semplice. Ma il cambiamento di prospettiva è stato evidente: «Sicuramente la differenza maggiore è l’obiettivo che hanno azienda e università. Bisogna quindi riuscire a dare un valore economico alle scelte tecniche che vengono fatte».

Il lavoro in Aquafil: tra strategia, sostenibilità e relazioni

Oggi è Product Manager in Aquafil, un ruolo che unisce tecnica, strategia e contatto con il mercato. «Il mio lavoro consiste nel definire la strategia di vendita e di sviluppo di un determinato prodotto. Seguo quindi sia aspetti tecnici, che commerciali, che di marketing e business development». La transizione dall’R&D non è stata banale: «È stato un cambio di ruolo abbastanza impattante, ma mi da l’opportunità di essere più a contatto con i clienti e partner».

La soddisfazione più grande? «Vedere il numero dei progetti conclusi e il business che sale». Soprattutto quando il successo nasce dalla propria competenza tecnica: «Riuscire a creare nuovi clienti con il solo convincimento tecnico che il prodotto può essere una soluzione vincente per un futuro più sostenibile, è molto soddisfacente. Cerco quindi di trasmettere ai possibili nuovi clienti tutta la mia passione e dedizione alla causa ambientale, avendo la fortuna di rappresentare un prodotto veramente riciclato, riciclabile e circolare.».

Le difficoltà non mancano, specie per i tempi lunghi dei progetti industriali. «Avendo a che fare quotidianamente con clienti e partner i cui progetti sono molto lunghi, nel mio ruolo bisogna avere molta pazienza.». A fare la differenza, dice, sono organizzazione, positività e confronto con colleghi più esperti.

Guardando al futuro del settore, è chiara: «Credo fortemente che senza innovazione non ci sia futuro». E ribadisce il ruolo cruciale del riciclo: «L’innovazione del riciclo è a mio avviso il più importante salvagente che le industrie europee possono avere».

Competenze tecniche, soft skills e capacità di adattamento

«Avere una solida preparazione tecnica è fondamentale: è importante essere competente nelle cosiddette hard-skills» racconta, «ma le soft skills sono altrettanto cruciali: le più importanti sono resilienza, motivazione, curiosità, empatia». Molte di queste le ha sviluppate proprio al DII: «La mia fortuna è stato poterle sperimentare durante il mio percorso universitario ricoprendo per quattro anni il ruolo di rappresentante».

Sulla comunicazione nei progetti complessi, riconosce la necessità di adattarsi: «Nelle aziende co-esistono vari metodi per comunicare… L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di cercare di adattarsi il più possibile».

Passione, crescita e consigli

Uno degli aspetti del lavoro che trova più stimolante è la varietà delle persone con cui collabora. «La parte che mi entusiasma di più è la relazione con partner e colleghi che hanno background molto diversi». Uno scambio continuo che la costringe a rivedere alcune convinzioni e le apre nuove prospettive.

Sul continuo aggiornamento professionale non ha dubbi: «Credo che sia fondamentale continuare ad aggiornarsi professionalmente». Nei prossimi anni si immagina in un ruolo di coordinamento: «Mi vedo a gestire un team di persone e crescere assieme a loro».

Agli studenti e alle studentesse del DII lancia un invito aperto: «Esplorate, non chiudetevi delle porte a prescindere da cosa credete possa fare per voi. Cercate di essere il più trasversali e duttili possibile, questo aiuterà sicuramente nel mondo del lavoro. Durante gli studi, posso solo consigliare di cercare di trovare il più possibile un’applicazione a quanto di teorico studiate e di fare associazionismo e volontariato durante gli anni dell’università. Le capacità relazionali e le soft skills accrescono soprattutto in quelle situazioni.».

Ricerca di:

Nicole Soligo
Materials Engineering
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